mercoledì 27 marzo 2013

Il mio "perchè" così forte


Chi ha un perché abbastanza forte, può superare qualsiasi come (Nietzsche)

 Lo sto facendo. Sono in viaggio e non intendo fermarmi. Qualcuno mi dirà per l' ennesima volta che sono forte. Che sono in gamba. Per me queste voci sono solo un brusio. Talvolta fastidioso.

Non so cosa sono. Ma so quello che voglio. Con tutti i perché, i ma e i se del caso. Con tutte quelle lacrime che non si vedono. Ma che ci sono. Con tutta quella pressione che questo giro di giostra mi sta causando.

Non posso scendere proprio ora. Non posso rinunciare a tutto. Vorrei mettere pausa, guardarmi intorno e capire. Ma poi so che vorrei subito risalire. E non perdere tempo.

Sono il caos.

Ma quel "perché" me lo devo. Me lo merito. E così torno a scavalcare e a calpestare tutti i "come".

venerdì 22 marzo 2013

C'è tanto. C'è tutto


C'è un fiore sulla strada che sto percorrendo. C'è il colore di una stagione che sta sbocciando. C'è una musica allettante che mi chiede di ballare. C'è un nuovo volto. E ce n'è uno che posso solo immaginare. Ci sono sorrisi buoni e quelli falsi. C'è la voglia di non stare più male. C'è una mano che non mi molla. E ci sono dita che non voglio più intrecciare. Ci sono carezze troppo pesanti. C'è un auto che mi sorpassa e c'è un aereo che mi sovrasta.
 Ci sono carenze da colmare. E altre da dimenticare. Ci sono parole che non mi feriscono più. Altre invece sono come un coltello. C'è una nuova me che ha scalzato quella vecchia. Ci sono sorrisi inaspettati e altri che ti aspetteresti ma che non arrivano. Ci sono momenti bui che accolgo senza spavento. Altri più sereni che ancora mi terrorizzano.
C'è il bisogno di tenerezza. C'è tanto silenzio che si sentono i pensieri. Ci sono momenti di leggerezza. Troppa. Ci sono tanti forse. Tanti se. E tanti ma. E c'è la consapevolezza che non ci sono risposte.
C'è un nuovo cuore che batte per due. C'è l' indifferenza. C'è il vuoto. E c'è un pensiero che lo riempie. C'è la voglia di essere compresi. E il timore di essere allo scoperto. C'è una persona che mi aspetta. E altre che aspetto io. C'è un abbraccio nel quale ripararmi. E ci sono braccia pronte a sorreggermi.
Ci sono piedi che vogliono correre da soli. C'è uno sguardo puntato in avanti. Perché ci sono occhi che hanno visto troppo. C'è una bocca stropicciata. Ci sono troppi sorrisi morti. C'è un abito che mai vestirò. E ce ne sono altri pronti da indossare. C'è un amore grande. C'è la paura. C'è più forza. Ma anche più fragilità. C'è un conflitto. C'è una risata che spinge per sgorgare. C'è un rubinetto aperto. E un altro che gocciola. C'è una foto sbiadita. E ce n'è un' altra che non potrò mai scattare. C'è il desiderio di urlare che ci sei. C'è un regalo che viene da lontano. Ci sono doni da aprire. C'è uno sguardo profondo. E ce n'è un altro spento. Ci sono note di sottofondo. E altre che assordano. C'è tanto. C'è tutto. C'è il contrario. Ci sono due ali. Aspettano me.

 

martedì 19 marzo 2013

Avevo una sedia


Avevo una sedia. Ero comoda. Stavo bene seduta nel mio posto di mondo. Quello fatto per me. Quello costruito con fatica. Quello che pensavo essere per sempre. Quello che niente avrebbe potuto togliermi.

Avevo un angolo. E da lì osservavo la vita che mai mi è sembrata così bella. Ne facevo parte. Ognuno di noi ha bisogno di una sedia sulla quale ripararsi e stare semplicemente seduti. A guardare, a riposarsi, ad osservare, a cantare, a respirare, a commuoversi, a liberarsi, a capire, a progettare, a sentire che in fondo tutto va bene.

La mia sedia eri tu. Mi poggiavo ed ero felice. Quella sedia è ancora lì. Ma in un posto diverso. L’hanno spostata bruscamente, senza chiedermi niente. E io sono rovinata a terra. La osservo ed è vuota. Vorrei risedermici, forse un po’ di sghembo. Forse non appoggiandomi totalmente. I piedi ben puntati a terra. Le mani salde ai fianchi. La schiena discostata. Con la mente e il cuore meno rilassati.

Su quella sedia dove eravamo in due ora ci sei solo tu. Ti chiedo di farmi un po’ di posto. Per tornare, in modo diverso, ad essere una cosa sola. Per tornare a guardare il mondo insieme.

Avevo una sedia. C’è ancora. Ha solo cambiato posizione. E’ in un altro angolo. Da lì la vita appare diversa. L’orizzonte è meno nitido. Ma c’è. Piano piano mi risiedo. Con quella che ormai considero la parte più bella e pura di me.

giovedì 14 marzo 2013

Una nuova me


Un giro in auto. Un paesaggio nuovo da scoprire. Un attimo da intrappolare per non farlo più scivolare via.

Una nuova me. Una me che sta percorrendo un viaggio mai immaginato. Una me che sta ricostruendo giorno dopo giorno la sua strada. Quella giusta per lei. Quella fatta su misura per lei.Quella che nessuno può indicarle.

Non posso fermarmi a chiedere aiuto. Perché quella forza per appoggiare un passo dopo l’altro sull’asfalto la posso trovare solo in me. Ci sono alcune mani che mi tirano in avanti. Ma sono io che mi devo sganciare. Sono io che devo tenere lo sguardo puntato in avanti.Sono io che non sono più la stessa.

Ed è sempre la nuova me, che non avrei mai voluto conoscere, che mi guarda tutte le mattine dallo specchio. Che mi chiede di non piangere più. Che mi sussurra di non voltarmi. Che spesso non riconosco ma che sto imparando ad amare. E’ la nuova me che chiede di poter tornare a respirare senza sentirsi in colpa.

Una nuova me che cerca un appiglio per tornare a viaggiare, ingranando la prima. Poi la seconda, la terza, la quarta e la quinta. Senza guardare lo specchietto retrovisore. E’ tempo di tornare ad ascoltare il rumore del motore.

La nuova me ha una nuova parte. Meravigliosa. La più bella. La più dolce. La più sorprendente. Sei tu, Edoardo. Sei tu,piccolo mio. Ora guardiamo avanti. Insieme possiamo farcela.

martedì 12 marzo 2013

Una canzone può


Una canzone può. Arriva dove le parole spesso non riescono. E di musiche che segnano la vita ce ne sono tante. Ti legano per sempre ad un luogo, ad una persona, ad una situazione. Ad un attimo che rivivrà ogni volta che quelle note accarezzeranno l’aria. Noi Due ne abbiamo più di una. E ne ho tante altre, con persone che nemmeno si immaginano. E con tanti posti. Qui e altrove. Vicino e lontano.

E poi ci sono quelle canzoni che “capitano” al momento giusto. Quando senti qualcosa dentro che non sai esprimere. Le parole si fanno tue e te le ripeti dentro, ti proietti nel testo. Danzi con la melodia e accogli quelle rime che come per magia schiudono il mondo che si agita in te.

Alcune canzoni le canto a squarciagola. Mi sentono anche dal piano di sotto. O quando passo in macchina con i finestrini abbassati. Altre invece le sussurro. Ne faccio una cosa intima. Come se intrappolarle dentro potesse guarire alcune delle mie ferite. Alle volte mi fanno male. Altre invece mi consentono di liberarmi.

Alcune canzoni mi fanno alzare e ballare. Muovermi e saltare, senza un disegno. Invitano i miei piedi ad agitarsi. A seguire la musica e districare i miei pensieri. Poi con il fiatone mi sento più leggera. Come se avessi urlato. Altre mi bloccano. Guai ad interrompere il flusso dei miei pensieri. Che chissà dove stanno andando. Resto ferma. E quando finisce sento solo il rumore del silenzio. E ritorno dov’ero.

lunedì 11 marzo 2013

Legge 40: la storia di Armando e Mariacristina


Cara Elena e con te caretutte le persone che hanno scritto su questa pagina, sono Armando e sono ilpapà di un bimbo che dal 18 Ottobre del 2012 è diventato un piccolo angelo (ionon sono credente ma spero ardentemente che sia così).
Abbiamo dovuto prendere la peggiore delle decisioni che un essere umano sipossa trovare ad affrontare. Il nostro bimbo era affetto da Distrofia Muscolaredi Becker e per questo motivo mia moglie ha dovuto affrontare un’interruzionedi gravidanza volontaria alla 14a settimana. Non ci sono parole per descriverequello che si prova e ancora oggi lo strazio è grande, specialmente quandopenso che tutto questo si poteva evitare se lo stato ci avesse consentitol'accesso alle cure mediche di cui abbiamo bisogno.
Brevemente, mia moglie è portatrice sana della malattia e noi tramiteProcreazione Medicalmente Assistita e successivamente Diagnosi Pre-Impiantopotremmo avere bimbi sani.

Tutto questo inItalia non è possibile per via della famosa e contestata legge 40 del 2004 o2005 (perdonatemi se non lo ricordo con precisione) che impedisce alle coppiefertili l'accesso alla PMA. Ci siamo informati e l'unica speranza era andareall'estero però noi non ce lo possiamo permettere e quindi dopo 5 anni ditentennamenti e angosce abbiamo provato ad avere un figlio affidandoci allafortuna.

Le cose sonoandate come avete letto e oggi siamo in cura da uno psicologo che cerca diaiutarci ad elaborare il lutto e la morte che portiamo dentro di noi.
Nel contempo non siamo rimasti con le mani in mano e stiamo avviando tuttol'iter burocratico per andare in tribunale a contestare la legge.

Il nostropsicologo dice di pensare alla nostra scelta di interrompere la gravidanza comeal più grande atto d'amore. Noi sappiamo che è così ma la realtà è dura equando meno ce lo aspettiamo ci troviamo a piangere e a disperarci l'anima perun dolore che MAI ci lascerà. Con la speranza che la vicinanza di altre personeaiuti noi tutti a trovare la forza di convivere con questo enorme dolore viabbraccio con tutto il cuore.

 

Avrei il piacere disegnalare un libro uscito da poco che è in presentazione nei prossimi giorni aMilano e successivamente a Roma. Il libro si intitola: "IL LEGISLATORECIECO" I PARADOSSI DELLA LEGGE 40 SULLA FECONDAZIONE ASSISTITA di FilomenaGallo e Chiara Lalli Editori Internazionali Riuniti.

Un abbraccio a tutti Armandoe Mariacristina

mercoledì 6 marzo 2013

Abbraccio



Non potrò mai averti vicino. Ma dentro sì, ci sarai sempre. E mi basterà un soffio per farmi ricordare di te. Sarà quel piccolo movimento di cui nessuno si accorgerà ma che mi consentirà di andare avanti. Magari di sorridere quando apparentemente non c'è niente per cui stropicciare le labbra. Saremo Noi. In quell'istante che nessuno potrà mai toglierci. Sarà un attimo, una lacrima. Il tempo di un luccichio che scompiglia il cuore. E lo fa battere più veloce. Noi vivremo per sempre in un secondo di cui nessuno sentirà il passaggio. Noi saremo lì, abbracciati. Lontano dallo sguardo delle persone. Saremo nel sorriso di un bambino. In una palla che rotola. In una canzone. In tanti posti. In un abito. Tra le dita. In tante parole. Nel futuro. In un progetto. Per strada. Sotto il cielo. Davanti alla tv. Nelle parole di un libro. Nelle onde del mare. Nella neve che cade. Noi. Io e te. E il mondo fuori.

lunedì 4 marzo 2013

Marzo, mese di cambiamento


 
Voglia di primavera. Del profumo di fiori nell’aria. Dei colori che accendono il paesaggio. Marzo, mese di cambiamento. Mese dei primi viaggi verso il mare per farsi coccolare dal sole. Un mese che ho sempre amato e che d’ora in poi amerò ancora di più. Marzo ho bisogno di te. Delle tue illusioni, delle tue promesse.

Marzo come settembre. Giorni di svolta verso qualcosa di nuovo. L’inverno alle spalle, il freddo può chiudere le sue porte. Il tepore può tornare a scaldarci. Marzo, tempo di guardare avanti e fissarsi nuove mete. La strada dietro rimane la stessa, ma davanti si possono scorgere nuovi orizzonti.

Marzo donami una nuova forza. Sciogli i miei pugni chiusi e fammi camminare con le mani aperte ad accogliere quanto di bello mi circonda. Marzo ricordati di quando ero piccola e cominciavano le mie corse nei prati.

Marzo mese di una seconda nascita. Tu racchiudi il giorno più bello. Mi aspetto qualcosa di meritato. Attendo che i gradini si facciano meno scivolosi. Che i miei passi lascino orme meno pesanti.

venerdì 1 marzo 2013

Passi


Un passo avanti e due indietro. Due avanti e uno indietro. Uno avanti. Ecco la confusione che si agita in me. Un pensiero brutto. E poi uno bello. Eccoli

Può la vita?

Può la vita fermarsi e obbligarti a vivere il dolore fino in fondo? Come se fossi una spugna da strizzare, che non smette mai di gocciolare? Può la vita accanirsi contro di te e mettere in pausa la tua esistenza?

Può decidere di calpestare i tuoi giorni fino a renderli tutti uguali? Può cancellare il tuo futuro in un soffio? Può impedirti di sollevarti imponendoti di rimanere piegata?

Può cancellare ogni nascondiglio dove potresti trovare un po’ di pace? Può sabotare la tua mente, i tuoi pensieri, le tue azioni?

Può la vita farti scendere da un’auto in corsa e farti ruzzolare giù lungo un sentiero oscuro? Può scegliere lei per te? Può toglierti la parola, il sonno, il sorriso?

Può un’altra volta dirti che hai la forza per andare avanti e obbligarti a lottare, a cercare, a sforzarti di trovarne un briciolo? Può la vita prenderti in giro, donarti e poi privarti?

Può la vita spazzare un sogno in un attimo? Può costringerti a vivere tutta l’esistenza con un vuoto incolmabile? Può essere così crudele da non darti nemmeno una risposta ai mille perché?

Può continuare a scorrere come nulla fosse? Può chiuderti fuori dalla sua bellezza? Può darti un cuore e fermare i suoi battiti? Può scivolarti accanto senza sfiorarti?

Può caricarti di un bagaglio che senti troppo pesante? Può farti pensare sempre ad un’assenza piuttosto che regalarti l’emozione di una presenza?

Può la vita racchiudere tutta un’esistenza in soli cinque mesi? Può farti immaginare una foto dove a dominare sarà sempre un volto che non vedrai mai? Può lasciare la tua mano senza le sue dita intrecciate?

Può farti fare i conti con lo sconosciuto che è in te? Può farti vedere l’altra faccia che si cela in te con modi così bruschi? Può obbligarti a compiere un cammino che non sai dove ti porterà?

Può farti sperare, ridere di gioia, piangere per la felicità, sognare, immaginare, fantasticare, progettare,volare, darti vigore, e poi toglierti tutto?

Può fare a brandelli il tuo cuore e poi lasciarti da sola a ricomporne i pezzi? Può farti gridare tanto da toglierti il respiro? Può farti scoprire i tuoi limiti in un modo così atroce?

Può la vita mozzare la tua voce e farti covare in silenzio la rabbia, il dolore, la paura? Può regalarti una risata e poi subito, come una scure, farti sentire che non ha senso? Può privarti della bellezza di un sorriso spontaneo?

Può farti vivere per sempre con una mancanza? Può strapparti un pezzo di cuore e poi ributtarti sulla terra come uno straccio? Può gridarti di rialzarti e non porgerti una mano?

 


Ed ecco il secondo

Ricomincio da Te. Da quel pensiero che mi fa stare bene anche se mi terrorizza. Ricomincio da qui. Conuna vita nuova e uno sguardo sulle cose e sulle persone completamente diverso.Ricomincio da Noi. Per Noi. Per quello che è stato e che potrebbe essere dinuovo, anche se con sfumature diverse. Ricomincio perché nonostante tutto la vita va avanti. Ricomincio perché sono stanca di piangere. Ricomincio da Te che in così poco tempo mi hai donato la gioia più grande. Ricomincio con una nuova musica nelle orecchie. Con un cuore più grande, un sorriso più maturo, una mano più avvolgente. Ricomincio per Te, perché so che vorresti così. Perché ti sento ancora, perché sei qui con me. Perché ogni passo che faccio è seguito dalla tua piccola orma. Ricomincio da Noi, per tutto ciò che di meraviglioso è stato.Ricomincio da Me, da quella forza che so di avere dentro, anche se a volte devo scavare per trovarla. Ricomincio per mio marito, per tutto quello che ha fatto, per il dolore che ha dovuto sopportare, per le parole che mi ha detto, per quell’abbraccio che non ha mai smesso di cingermi. Per quelle lacrime che ha versato in silenzio. Ricomincio da Noi Tre.