venerdì 15 novembre 2013

Una mano sulla pancia. E una preghiera a fior di labbra


Aspettare di nuovo è strano. Aspettare di nuovo non è facile. E' sentire tante cose e non riuscire a decifrarle. Aspettare di nuovo è un nuovo inizio, arrivato dopo un cammino lunghissimo. Non è stato un salto. Ma un costruire la strada sotto i piedi giorno dopo giorno. Aspettare di nuovo ti rende felice. Ma è ancora dura ammetterlo. Non c'è nulla della spensieratezza della prima volta. C'è di nuovo un amore immenso. Ma con il freno tirato. Aspettare di nuovo è un regalo che immagini ti sia stato fatto dal tuo angioletto. Aspettare di nuovo è un miscuglio di gioia e colpa. Dolore e gioia. Perché nonostante i nuovi battiti il vuoto è ancora li. E capisci che questa nuova attesa non può colmarlo. Aspettare di nuovo è una mano sulla pancia e una preghiera continua a fior di labbra. E' un gocciolare di lacrime alternate. Felicità e dolore. Dolore e felicità. Aspettare di nuovo non ti fa dimenticare. Aspettare di nuovo non ti fa assaporare l'attimo. Ti fa guardare avanti. Di continuo. Aspettare di nuovo vuol dire dover rifare la morfologica e rivedere quei volti. Rivivere quei posti. Riandare in quei luoghi dove un anno esatto prima hai lasciato il tuo cuore. Aspettare di nuovo è dover ricacciare indietro le paure. Le ansie. Le lacrime.
Aspettare di nuovo è un dono che non ti aspetti. Che ti lascia senza parole. Che ti spiazza.
Che ti costringe ad alzarti e rimanere eretta. In piedi. Aspettare di nuovo non significa non poter piangere più. E questo l'ho capito dopo tanto. Aspettare di nuovo è meraviglioso. E' un fiume che ti travolge. E' un soffio che ti scompiglia. E' un vento che ti alza, ma che poi ti riporta subito a terra. E' uno stare un piede su e un altro giù.