lunedì 27 maggio 2013

Quello che vedo nei tuoi occhi


Quello che vedo nei tuoi occhi è luce. E’ la voglia di andare avanti e non lasciarmi indietro. E’ il desiderio di essere accompagnato quando giri l’ennesima pagina. E’ la speranza che nonostante tutto un’altra felicità sia possibile. Diversa. Ma non per questo meno intensa.

Quello che vedo nei tuoi occhi è il freno che ti sei imposto per non mettermi fretta. E’ il desiderio di regalarmi serenità, anche quando quello che vorresti fare è urlare. E sfogarti. E imprecare. E poi risalire. E stare a galla. E poi tornare a riva.

Quello che vedo nei tuoi occhi è il mio stesso dolore. E’ il nostro passato. Ma anche il nostro futuro. E tu li spalanchi quei tuoi occhi per farmi capire che un oltre è possibile. Che un’altra strada è percorribile. Che un’altra gioia è dietro le porte.

Quello che vedo nei tuoi occhi è amore. E’ la nostra storia. E’ l’essere in tre. Anche quando le nostre mani si intrecciano e ci siamo solo noi. E’ un numero che va aggiunto. E’ la voglia di riprovarci. E’ l’avere timore ma tenerlo nascosto perché prima vengo io.

Quello che vedo nei tuoi occhi è la mia immagine. Perché tu sei me. E’ una domanda che ti sei fatto. Che non ha avuto risposta e che ora non ti vuoi più fare. E’ una lacrima che chiede di sgorgare. Di cadere. E di non rimbalzare.

Quello che vedo nei tuoi occhi è un azzurro profondo. E’ uno sguardo forte. Che mi sorregge. E mi corregge. E’ un invito a ricordare la tenerezza. E’ una parola che solo io posso sentire. E’ il ricordo di un abbraccio. Il più avvolgente che abbia mai ricevuto.

Quello che vedo nei tuoi occhi è grandezza. E’ l’essere uomo. Quando tutto cerca di schiacciarti. E’ un sorriso che cerca un riflesso. E’ uno specchio che rimanda un’immagine di bellezza. E’ un dito che mi chiede di non parlare. E’ una carezza che si posa con calore.

Quello che vedo nei tuoi occhi sono io. Sono quella che sono. E sono quella che tu ami. Sono quella che tu hai scelto. Sono un miscuglio di forza e fragilità che tu hai deciso di accudire. Sono luce che hai voluto proteggere. E sono ombra che hai voluto far risplendere.

Quello che vedo nei tuoi occhi non è mai una diversa me. Non è mai la voglia di cambiarmi. Non è una io che non conosco.

Quello che vedo nei tuoi occhi è la voglia di farmi ridere. E’ il desiderio di vedermi sorridere. E’ l’istinto di pensare sempre al plurale. E’ il silenzio che parla per noi.

Quello che vedo nei tuoi occhi è la nostra vita. Tutto quello che è stato. E quello che sarà. Sono tutte quelle parole che non hanno bisogno di essere pronunciate. Perché ci basta un gesto. Uno sguardo. Un soffio.

Quello che vedo nei tuoi occhi è la gioia. Quella che è stata. Quella che aveva cambiato il tuo viso. Quella che ci aveva reso sorprendentemente leggeri. Quella che speriamo possa tornare.

Quello che vedo nei tuoi occhi è tanto. E’ tutto. Siamo noi. Noi.

martedì 21 maggio 2013

Quello che conta


Puoi avere mani piccole o grandi. Quello che conta è solo la forza che metti nell'appenderti. Quello che conta è il modo in cui ti aggrappi per non cedere. E precipitare.

Puoi avere dita lunghe e sottili o corte e grassocce. Quello che conta è il peso che imprimi alle carezze. Quello che conta è come le dischiudi per accogliere un sorriso, una lacrima, un sorriso. Un qualunque gesto di affetto.

Puoi avere pugni chiusi o pugni aperti. Quello che conta è saperli gestire. Sapere come muovere le mani, anche quando non ti viene chiesto.

Puoi avere un tocco leggero e delicato o più pesante e rumoroso. Quello che conta è che il tuo tocco serva a qualcuno. Per farlo sentire vivo. Per risvegliarlo. Per solleticare le sue emozioni.

Puoi contare sulla punta delle dita. O farlo con la mente. Quello che conta è che ci sia sempre un motivo per contare. Per scandire il tempo.

 

lunedì 13 maggio 2013

Pezzi di lego. Pezzi di vita


E’ come avere davanti una montagna di pezzi di lego. Quelli con cui si giocava da bambini. Allora divertivano, ora sembrano un cumulo di frammenti da riordinare. Da mettere al loro posto. Sapendo che l’equilibrio è molto fragile. Capendo che il primo pezzo sarà quello più importante. Quello che sorreggerà tutti gli altri.

E così ne ho sollevato uno, l’ho guardato, studiato e l’ho messo al suo posto. Quello che mi sembrava il più giusto. Per me. Poi ne ho preso un altro. Ce ne sono migliaia e ogni giorno ne aggiungo un pezzo nuovo. Alcuni sono ammaccati ma con un po’ di pazienza si possono ancora incastrare. Altri invece sono completamente deformati  e non combaciano più con nessun altro pezzo. Sono da gettare. O da accantonare.

E’  un cammino che si percorre quotidianamente. Passo dopo passo. Facendo i conti con alcuni pezzi di vita caduti e andati in frantumi. Ma che vengono raccolti e ripuliti. Quello che nascerà da questo lavoro di incastro spero sarà una  vita migliore. Migliore per me. Perché sotto tutti quei pezzi c’è la mia mano. Ci sono i miei propositi. C’è quella che sono. Quella che ero. E quella che sarò.

lunedì 6 maggio 2013

La nostra scatola


Ho riempito una scatola. Dentro ci sono tutte le tue cose. Quello che è stato. E quello che non sarà mai. Una data. Anzi due.

L’ho scelta. Poi l’ho aperta. E da vuota è diventata piena. L’ho trasformata mettendoci tutto quello che è tuo. Nostro.
Il test di gravidanza, gli esami, le ecografie, il quaderno dove annotavo i miei cambiamenti. I braccialetti che indossavo quando sei nato dentro di me. Un bavaglino. E poi i ricordi, le sensazioni, le parole, le lacrime. L’immaginazione. La fantasia. I progetti, i sorrisi, le paure. La purezza. La gioia. I tuoi calci. I sogni. Anche quelli mozzati. Il dolore. Quelle mani che ancora ti cercano. Le ho messe via. 

E ora l’ho chiusa. Quanto è pesante. L’ho riposta  nel mio comodino. E’ lì. Non c’è più spazio per nient’altro. Non avrò bisogno di aprirla per trovarti. Ma sapere di aver messo ordine tra le tue cose mi dà un po’ di sollievo.