Mi dicono guarda avanti. Ma
io davanti a me non vedo niente.
Anche queste parole
risuonano vuote, come se avessero un significato altro.
Le note di una canzone
paralizzano le mie dita.
Troppo struggente, troppo
per il mio cuore così indebolito.
Sono così stanca. Vorrei che
il tempo mi concedesse una tregua. Come quando si è corso e ci si ferma per
prendere fiato. Solo che il ticchettio dell’orologio non si arresta. Continua
il suo oscillare crudele. E io non posso fare altro che rimanere sulla ruota e
non perdere il giro.
Prima potevo fermarmi, mi
mettevo nel mio angolino e stavo lì ad osservare il mondo che andava avanti.
Quasi non ne facessi parte. Ero spettatrice. A volte incantata, altre volte
spaventata. Ora invece sono dentro un turbine e non so come fermarlo. Vorrei
urlare basta. Ma anche la voce resta smorzata dentro di me perché tanto so che
non servirebbe a niente.
E intanto le note vanno
avanti. La musica continua. La melodia procede e mi calpesta.
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