Lo smalto rosso non mi sta
bene. Ogni tanto mi sfida e io cedo. Ma tutte le volte vinco io: lo stendo, mi
guardo allo specchio, gli faccio fare un giro tra le mura di casa e poi lo
tolgo. Con forza. Perché non mi calza bene. Non fa per me.
Lo smalto rosso è troppo.
Non riesco a portarlo con disinvoltura. Invidio le donne che lo indossano come
fosse naturale. Su di loro mi piace. Ma addosso a me suona stonato. Come se
andassi in giro con una maschera troppo piccola, incapace di coprire tutto il
mio volto.
Lo smalto rosso per me sono
tante cose. Sono le parole che vorrei dire ma che non pronuncio. Sono i gesti
che vorrei fare ma che rimangono bloccati in me. Sono quella forza che tante
volte viene a mancare ma che cerco di nascondere con un sorriso forzato, in una
lacrima che non sfocia. Lo smalto rosso è quella trasgressione che non mi si
addice. E’ quell’urlo che non mi consento di fare uscire. Sono quelle ali che
ripongo nel cassetto.
Lo smalto rosso è un paio di
scarpe che mi chiede di ballare. E’ un amico che mi chiede di uscire. E’ una
voce che mi sussurra all’orecchio di ricominciare. E’ un invito che non voglio
ricevere. E’ la pagina successiva. E’ una porta aperta.
Forse un giorno. Per ora
preferisco lo smalto rosa.
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