lunedì 22 aprile 2013

Senza contare i passi


Togliere il piede dall’acceleratore e andare piano. Più piano. Percorrere una via senza contare i passi. Senza voltarsi indietro per calcolare quanto si è già camminato. E senza buttare lo sguardo troppo avanti per capire quanto manca. Lasciarsi trasportare. E assaporare, assaggiare, odorare, gustare.

Esistere. Stare. Abbandonare il controllo. Lasciare che tutto sia. Che tutto vada come deve andare. Senza inviti. Senza voce.

Stare e non vedere. Non sentire quella paura che cerca di trascinarti giù. Quella tristezza contro la quale stai combattendo. Contro la quale solo tu puoi.

E viaggiare con calma. Senza aver voglia di voltare una pagina troppo pesante. Lasciare che si giri da sola quella pagina. Lasciare che le prossime righe si scrivano da sole.

Perché la paura non è buona consigliera. La paura ti chiude gli occhi e ti impedisce di guardare le cose belle. Annebbia la vista e la percezione.

Fermarsi allo stop e pensare a questo viaggio. Non al prossimo. Partire dal via e posare le orme là dove è giusto che vengano posate. Lasciare che il giorno venga dopo la notte. E che la notte venga dopo un giorno nel quale si è vissuto.

4 commenti:

  1. Come sono giuste queste parole! Ma come è difficile farlo... abbandonare il controllo... io non riesco ancora... grazie per la speranza che hai seminato dentro di me, per il tuo positivo esempio... ne avevo bisogno. Maria

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    1. Cara Maria, grazie per avermi scritto.
      Non correre. Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno. Fai un passo dopo l’altro. Ce la farai. Certo che ce la farai. La ferita ci sarà sempre ma il ricordo diventerà più dolce. E tornerai a sorridere. E il tuo sarà un sorriso sincero. Consapevole. Ti abbraccio forte forte.

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  2. A volte non voglio neanche ammettere il pensiero di provare ancora, un secondo dopo ho un disperato bisogno di sentirmi di nuovo incinta... ma la paura è una brutta bestia, direi il terrore è quello che provo... Sapere che qualcuna di noi ce l'ha fatta e che nonostante tutto si può essere felice mi da forza e mi incoraggia. Il tuo 'ho partorito con la gioia' è bellissimo e commuovente ed è come se fosse un soffio di freschezza e leggerezza per me. Come va adesso la tua vita a distanza di qualche anno?

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    1. Cara Maria, devi darti tempo. La mia piccola è arrivata dopo un lungo percorso: la mia anima e il mio corpo erano pronti ad accogliere una nuova vita. Quello che posso consigliarti è di farti aiutare da una psicologa. A me è servito tanto. Ho tirato fuori tutto il dolore che avevo dentro e oggi ho un ricordo più sereno di quel Periodo. Certo il dolore non ti abbandona mai: e come una porta senza chiavi, basta un alito di vento perché si spalanchi. Ma impari a gestirlo.’non cercare di reprimerlo.’oggi sto bene, sono una mamma felice. Sono attenta alle piccole cose. Ogni volta che guardò mia figlia penso sia un dono. Maria non pretendere troppo da te stessa. Ce la farai. Se hai bisogno io sono qui. Puoi anche scrivermi in privato. Ti abbraccio forte forte

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