giovedì 12 settembre 2013

Quando il dolore indossa nuovi volti


Io credo che il dolore non passi. Credo che si trasformi, che cambi pelle, che indossi nuovi volti. Credo che non si affievolisca, che non si svuoti. Credo che a cambiare siamo noi. Le nostre spalle. La corazza del nostro cuore. Tutto si fa più duro. Più forte. Più stratificato. Credo che si impari a portarselo addosso, con più disinvoltura, con occhi più abituati a trattenere le lacrime, con gambe più audaci e capaci di compiere passi più lunghi. Con braccia più solidamente morbide. Con sorrisi più difficili da far sbocciare, ma allo stesso tempo più sinceri. Più veri. Più pieni. Credo che il pugno non si sciolga. Credo che si continuerà a prendere a cazzotti la vita per sempre. Perché il dolore va combattuto giorno dopo giorno. Anche a distanza di anni. Anche se nel frattempo sono nate e cresciute situazioni meravigliose. Anche se nel mentre ti sei concessa di ridere, stare bene, essere felice. Credo che sia importante farlo uscire quando preme. Non averne paura. Non vergognarsene. Non impedirsi di piangere, anche quando tutto sembra andare per il verso giusto. Credo che sia importante non doversi sempre giustificare. Con gli altri. E con se stessi. Credo che il tempo aiuti. Ma non a sgonfiare. Aiuta a trovare strade che prima sembravano impercorribili. A trovare il coraggio per calpestarle. Credo che aiuti a trasportare un bagaglio pesante. Credo che non voglia far dimenticare. Credo che aiuti ad abituarsi ad una nuova luce. Ad una nuova realtà. Ai nuovi noi stessi.

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