lunedì 10 giugno 2013

Qulle volte che


Quelle volte che sono più fragile. Che mi concedo di essere più fragile. Quelle volte che basta un niente per farmi piangere. Per farmi sentire debole, indifesa. Quelle volte che lascio andare la presa e mollo. Mi abbandono alla tristezza e piango. Come una bambina. Come un essere piccolo, che chiede solo di essere protetto. Di dimenticare. Di non vedere. Di non sentire. Anche solo per un istante. Quelle volte che il mondo non mi piace e vorrei farmi piccina e scomparire. Guardare e non fissare. Quelle volte che non trovo luce. Quelle volte che decido di sfogarmi. A modo mio. In quel modo che poi mi fa sentire un po’ meglio. Quelle volte che sento il peso del cammino in salita. E vorrei  la leggerezza di una discesa. Quelle volte che cado. Mi faccio male. E poi mi rialzo. Quelle volte che tutta la mia rabbia, la mia frustrazione, la mia tristezza la sfogo da sola. Perché è un attimo mio. Perché non mi piace fare la vittima. Perché voglio un abbraccio senza compassione. Perché non chiedo niente. Perché so che niente può servire. Quelle volte che piango e non ho paura perché le lacrime fanno parte del pacchetto. Il pacchetto che la vita ha confezionato per me e mi ha fatto trovare inaspettatamente dietro la porta.

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